Un nome per una spada

Sette non più di sette.

Nella sala cerimoniale, al centro del quadrato sui tavoli di ciliegio, sette else per sette spade attendevano la mano dei sette consiglieri della loggia. Ad uno ad uno sarebbero entrati e da uno ad uno avrebbero scelto la loro arma in difesa del paese e della sua dignità.

Soli sarebbero entrati e soli avrebbero scelto quale arma li avrebbe uniti e legati nell'intento nella fede e nel patto. Quella scelta era una dichiarazione di fedeltà ad un ideale, una presa di coscienza di un fine e di un unico mezzo per raggiungerlo, la fede nel gruppo e l'unione degli sforzi.

Non vi erano ne capi ne eserciti, tutti avevano una lama e tutti erano taglienti allo stesso modo. Non vi erano ne segreti ne trame ma tutti tessevano la stessa tela.

Acciaio e il rosso sangue come la sala dove si sarebbero riuniti, un elsa e un nome, il nome di una fede al di sopra di tutto e inviolabile per dare ancora più significato a quella scelta.

Il primo ad entrare fu Niccolò si avvicinò ai tavoli guardò le 7 spade tutte identiche tra di loro vi passo la mano sopra ogni impugnatura per almeno due volte fino a fermarsi su quella che gli trasmise le sensazioni più vere, la brandì la sollevò in alto come prescriveva il rituale e disse in modo scandito:

"Tu sarai Amina, prima figlia e primo sangue, primo motivo e radice di ricordi passati, tu sarai la mia arma e la mia fede."

l'ultima parte della frase era il giuramento che ogni membro faceva al resto del gruppo giurando sulla cosa che riteneva più importante al mondo. Un segreto che restava chiuso in queste sale, un segno di fiducia verso gli altri membri del collegio.

Queste spade sanciscono l'appartenenza al collegio, non entrerà nessuno in queste sale che non ne possegga una e questo a significare l'univocità del legame. La spada può essere solo donata al costo della propria esclusione, e questo da oggi e per sempre.

Uscito lasciò l'entrata al secondo consigliere.

Silenzio e tenebra nella sala delle cerimonie, al centro su dei tavoli di ciliegio sei spade risplendevo alla luce delle candele accese nelle nicchie.

Sette spade e sette uomini sancivano un patto unione di intenti, con la fede nell'anima e il coraggio nel cuore si apprestavano ad affrontare il futuro con chiaro nella mente un unico intento.
Che il disonore possa colpire chi brandirà questa spada recando disonore al proprio ideale, che la sua anima possa sprofondare nell'averno se tradirà ciò che essa rappresenta.

Sui tavoli di ciliegio erano rimaste sei spade, chiaro segno che la prima aveva già trovato il suo padrone, chiuse gli occhi e si raccolse in preghiera
"Veglia sulla mia anima, dammi la forza di non tradire i miei ideali e guida la mia mano nella scelta della mia compagna".
Senza nemmeno aprire gli occhi accostò la mano alle else, sentì il suo richiamo come se l'attendesse da tutta la vita, la impugnò saldamente e la brandì verso il soffitto riflettendo la luce delle piccole fiammelle.

"Tu sarai Hope, forza che muove il cuore delle genti, tu sarai speranza e coraggio, tu sarai la mia arma e la mia fede."

Sentì l'acciaio improvvisamente vivo tra le mani, la strinse con più decisione e forza consapevole che sarebbe stata degna svolgere il gravoso compito che i sette avevano promesso di portare avanti. Un onore e un onere, era questo che rappresentava la Loggia, non erano li per divertimento, erano li perché avevano un compito.

Silenziosa come era entrata uscì dalla sala, la quinta spada aspettava il suo cavaliere.

Simone entrò nella sale illuminata solo dalle candele che riflettevano la luce sulle lame appoggiate sul grosso tavole.
Guardandosi intorno vide 7 enormi sedie disposte intorno al tavolone di ciliegio in modo che tutti potesso osservarsi in faccia durante le discussioni, in modo che nessuno avesse più potere di altri in quel luogo.

Sul tavolo vi erano 5 else luccicanti con altrettante spade, due componenti erano già passati dunque..pensò il ragazzo fra se

Girò intorno al tavolo con lo sguardo fisso sulle lame.

Ad una di voi affiderò la mia vita..........Una di voi diverrà la mia nuova compagna in battaglia.....Insieme ad una di voi lotterò per i miei ideali............


Simone si bloccò con la mano sull'impugnatura di una spada, come se quella spada e la sua anima si fossero chiamate a vicenda, la impugnò e alzandola sopra la propria testa disse:

Ti ho trovata!! Da ora un destino in comune ci unisce.....ti ci vuole un nome ora..........

Pensando al nome il ragazzo osservò l'immagine delle fiamme dalle candele sulla lama lucida della sua nuova compagna, gli sembravano danzare sul lucente ferro.poi tendendo la spada verso l'alto disse:

Da oggi tu sarai Narsil e insime combatterevo per gli ideali e i principi nostri e della loggia tu sarai la mia arma e la mia fede


Poi abbassando la spada si avviò verso l'uscita, dando così modo agli altri compagni di trovare la propria compagnia con tranquillità.

Riuscì finalmente a trovare la strada in quell'enorme edificio fino ad ora abbandonato ma che da oggi in poi sarebbe divenuto il centro da cui sarebbe scaturita una nuova forza vitale che avrebbe sicuramente fatto rinascere una nuova Siena...tutti uniti per un unico scopo..contro un unico nemico.
Nicanora entrò nella grande sala elettrizzata da quanto stava per succedere.
Ciò che gli era stato proposto la sera antecedente era un "progetto" che sembrava facile da attuare ma in cuor suo sapeva che non lo era e non solo per lei ma per ognuno delle persone chiamate a farne parte.
C'era bisogno di fiducia, speranza e lealtà. Lei, dopotutto, era pronta a fidarsi....a sperare in un futuro migliore per Siena e si impegnava ad essere schietta ed onesta sempre e comunque..

Sapeva quello che doveva fare..scegliere una spada tra le quattro rimaste e sugellare tramite giuramento il patto d'unione.

Si avvicinò al tavolo al centro della sala debolmente illuminata da enormi candelabri posizionati ai lati..ma non aveva bisogno di tanta luce per decidere quale sarebbe stata la spada giusta...lo avrebbe capito da sola e così fù..
Fece scorrere la mano destra sopra ogni impugnatura, come un sussurro che scorre lievemente nell'aria, finchè una lieve vibrazione nell'anima le fece capire che aveva trovato ciò che cercava..si fermò e con decisione impugnò la spada sotto la sua mano e alzandola in alto sopra il suo capo pronunciò ciò che l'anima e il cuore le sussurrava:


"Tu sarai Fuerza che insieme a speranza e coraggio mi accompagnerai come una fidata e leale compagna...sarai al mio fianco dandomi la forza di perseguire sempre e comunque gli ideali comuni e ricordandomi ogni giorno della responsabilità e della lealtà che giuro di preservare ai miei compagni e alla mia amata terra...Tu sarai la mia arma e la mia fede"

Quando anche l'ultimo sprazzo di eco tornò nella penombra, Nicanora depose la sua arma nel fodero e silenziosamente, riavvolgendosi nel mantello si avviò verso l'uscita....

Riccardo entrò nel palazzo senza insegne, sapeva che altri membri della nuova loggia lo avevano preceduto.

Aveva accolto con piacere l'invito a far parte della Loggia, sapeva che da queste stanze sarebbe dipeso molto del prossimo futuro di Siena.
Sapeva che ogni parola spesa entro queste mura sarebbe rimasta incisa nelle memorie dei membri della loggia e che nulla, per nessun motivo, avrebbe dovuto infrangere l'impegno preso entrando nella stanza.

Si diresse verso l'immenso tavolo circondato da 7 sedie, vide le 2 spade rimaste.
Una delle due sarebbe diventata il simbolo del proprio legale al gruppo, si diresse istintivamente verso la seconda delle due armi, l'impugno e decise di chiamarla Fedelitas.
Da oggi condividerai il mio destino, tu sarai la mia arma e la mia fede.